

Osservatorio Welfare Assolombarda 2020: la quarta edizione
Osservatorio Welfare Assolombarda 2020: la quarta edizione https://www.double-you.it/wp-content/uploads/2021/04/Copertina-articolo-asso-1024x441.jpg 1024 441 DoubleYou DoubleYou https://secure.gravatar.com/avatar/3e1ac8ee587c1ef453f57f1281c80b40?s=96&d=mm&r=gPer il quarto anno consecutivo è stato pubblicato l’Osservatorio Assolombarda a tema welfare aziendale, a cui DoubleYou ha avuto la possibilità di collaborare mettendo a disposizione la sua esperienza pluriennale nel settore e i risultati ottenuti durante il 2020.
Qui puoi trovare tutti i rapporti precedenti: https://www.assolombarda.it/centro-studi/osservatorio-welfare-assolombarda-anno-2020
L’analisi è stata svolta su un campione di circa 650 aziende del territorio lombardo, con integrazione di una breve analisi sul territorio nazionale. Dallo studio emergono diversi spunti importanti sia per il mercato, ma anche e soprattutto per i responsabili HR, i responsabili welfare, gli amministratori di azienda e più in generale per tutti coloro che si occupano o si interessano di questa tematica. Abbiamo deciso di riprendere qui i dati più importanti, al fine di dare una panoramica che possa poi portare ad un eventuale approfondimento.
Il primo dato
IL WELFARE NELLE AZIENDE LOMBARDE: QUALCHE NUMERO
Dalle aziende oggetto della ricerca è emerso che il welfare è presente nel 23,4% dei casi, quindi in un’azienda su quattro circa. Considerando invece solo le aziende che hanno all’attivo un accordo di contrattazione di secondo livello (pari al 43,8% del campione), la percentuale di casi in cui si ha un piano welfare regolamentato nell’accordo stesso sale al 53,5%. Questa materia diventa così la terza più regolata dai contratti aziendali, preceduta solo dai premi di risultato collettivi al primo posto e dagli orari lavorativi al secondo.
Da evidenziare il fatto che la diffusione della contrattazione aziendale, e quindi della regolamentazione del welfare, varia al variare della dimensione dell’azienda stessa: fino a 25 dipendenti (piccole dimensioni) è presente nel 26,6% dei casi, tra i 25 e i 100 dipendenti (medie dimensioni) la troviamo nel 43,9% dei casi e sopra i 100 dipendenti (grandi dimensioni) si presenta in una percentuale pari al 75,9%. Tra queste, la maggior parte appartengono al settore industriale.
Anche il CCNL applicato influisce: la maggior parte delle aziende che erogano piani per i propri dipendenti appartengono al settore chimico-farmaceutico oppure al settore metalmeccanico.
In totale, si denota come possano beneficiare di un piano welfare circa 70.000 dipendenti su un campione di 110.000 (65,4%).
COME VIENE FINANZIATO IL WELFARE AZIENDALE?
Un piano welfare può essere finanziato in diversi modi:
- Direttamente dall’azienda (premialità on top);
- Attraverso la conversione volontaria parziale o integrale del premio di risultato;
- Attraverso l’obbligatorietà da CCNL (come per il caso del contratto metalmeccanico oppure degli orafi).
Dal rapporto 2020 emerge come il finanziamento on top sia il più diffuso al momento, soprattutto se si guarda alle piccole imprese. Si fanno sempre più strada anche i modelli ibridi, come ad esempio i piani erogati attraverso l’unione di on top e conversione del PdR oppure on top e CCNL.
QUALI LE CONSEGUENZE DELLA PANDEMIA SUI SERVIZI WELFARE?
Un dato molto interessante è che pur essendo diminuito lievemente l’importo a disposizione dei lavoratori (che mediamente passa da circa 800€ nel 2019 a 780€ nel 2020), la propensione di spesa è aumentata del 2%: questo trend ha conseguentemente aumentato l’importo medio speso in welfare dell’1,1%, passando da 589€ nel 2019 a 596€ nel 2020.
Come conseguenza della pandemia tuttora in corso, tra i servizi che hanno subìto maggiori cambiamenti troviamo l’assistenza sanitaria: la domanda di servizi di questo genere da parte dei lavoratori e dei loro familiari è aumentata di tre punti
Gli altri servizi che vedono aumentare la quota percentuale in riferimento alle richieste dei lavoratori sono i fringe benefit (+2%), che passano quindi dal 24% al 26% delle richieste, e le soluzioni di mobility, che guadagnano l’1%.
Da notare la lieve perdita dei servizi di istruzione (-5%) e l’area culturale e ricreativa (-3%), frutto delle limitazioni imposte dalla situazione sanitaria.
QUALCHE CONSIDERAZIONE
A conclusione possiamo riassumere quanto detto nei seguenti punti:
- Un minor numero di accordi depositati non ha influenzato la percentuale di accordi che regolamentano il welfare, ma anzi questa è comunque aumentata;
- Nonostante l’anno di profonda crisi, molte aziende hanno deciso di erogare importi sotto forma di welfare in regime di totale liberalità, dato che indica la volontà di mantenere attivo questo sistema di retribuzione;
- I dipendenti apprezzano sempre più queste misure incentivanti, dato dimostrato dall’aumento della spesa media e dalla maggiore richiesta di determinati servizi;
- Il welfare ha effettivamente agito da sostegno per i lavoratori e le loro famiglie, anche questo dimostrato dalla maggiore richiesta di servizi sanitari.
Ci sentiamo di dire che nonostante il difficile periodo che ha colpito la nostra economia, il welfare aziendale ha continuato la sua diffusione, reagendo bene anche a questa sfida. Percepito sempre più come sostegno per i lavoratori e le loro famiglie da una parte, ma anche per le aziende dall’altro lato, siamo fiduciosi che questi numeri vedranno un ulteriore aumento nei prossimi anni.
Ti abbiamo incuriosito abbastanza? Se vuoi saperne di più scarica il report completo: https://www.assolombarda.it/centro-studi/osservatorio-welfare-assolombarda-2020
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